sabato 4 febbraio 2012

Combattere il cancro o fingere di farlo?

di Patrizia Gentilini – Isde Forlì-Cesena

Il 4 febbraio è una giornata speciale.
A livello internazionale, si celebra la “Giornata mondiale contro il cancro”.
Una buona occasione quindi per riflettere su una patologia che, secondo dati ufficiali, nel 2011 è stata diagnosticata in 360.000 italiani, ne affligge 2.243.953 ed ha causato 176.000 decessi (http://www.epicentro.iss.it/temi/tumori/aggiornamenti.asp ).
Alla diagnosi e alle terapie del cancro vengono destinate anche nel nostro paese ingenti risorse: è stato calcolato che nel 2009 il costo per la sola chemioterapia sia ammontato mediamente per ogni centro italiano a 2,2 milioni di euro, in aumento del 90% rispetto al 2004.
(http://salute24.ilsole24ore.com/articles/6738-oncologia-in-italia-bene-lassistenza-ma-raddoppia-la-spesa).



Anche per quest'anno, il 2012, si punta l'attenzione sui fattori di rischio individuali e sul potenziamento di nuove terapie, studiando ad esempio il microbioma, ovvero i miliardi di batteri che il nostro corpo ospita fin dalla nascita, nell'ipotesi che possa essere correlato allo sviluppo del cancro, specie del colon retto:
http://www.edott.it/Specialisti/SanitaQuotidiana/01-02-2012/Sabato-e-la-Giornata-mondiale-contro-il-cancro.aspx .
Ma siamo davvero convinti che tutto ciò sia utile? Stiamo davvero vincendo questa guerra o siamo ancora lontani dal traguardo?
Credo sia utile ricordare una lettera del 2005 - ma più che mai attuale - “Come vincere la guerra contro il cancro”.
Questa lettera è stata scritta da Samuel S. Epstein , Professore Emerito di Medicina Ambientale e del Lavoro presso l'Università dell'Illinois di Scuola di Sanità Pubblica e Presidente della Cancer Prevention Coalition ( http://www.world-wire.com/news/0510050001.html ): in essa, facendo un paragone fra la guerra contro il cancro e la guerra in Iraq, l' Autore constata che entrambe sono condotte “in modo sorprendentemente maldestro ed ingannevole”.
Di fatto i “generali che conducono la guerra al cancro richiedono miliardi di dollari – oltre ai 50 miliardi di dollari già spesi – al fine di sconfiggere il flagello del nemico. Ma, in modo crescente, esperti indipendenti stanno riferendo che le strategie di questi generali sono palesemente sbagliate e che costoro coscientemente travisano gli insuccessi al fine di fornire falsi, rosei scenari….. Ma dopo trent’anni di reclamizzate ed ingannevoli promesse di successi, la triste realtà è infine affiorata: stiamo infatti perdendo la guerra al cancro, in un modo che può essere soltanto descritto come una sconfitta. L’incidenza dei tumori – in particolare della mammella, dei testicoli, della tiroide, nonché i mielomi e i linfomi, in particolare nei bambini – che non possono essere messi in relazione con il fumo di sigaretta, hanno raggiunto proporzioni epidemiche.
C'è una forte evidenza scientifica che questa moderna epidemia sia dovuta all’esposizione a cancerogeni industriali in tutti gli ambienti – aria, acqua, suolo, posti di lavoro e prodotti destinati al consumo, in particolare cibi, articoli da toeletta, cosmetici e prodotti per la casa – e persino in farmaci di uso comune.
Trascurando la prevenzione – il principio basilare che la medicina ci ha insegnato nel corso dei secoli e la necessità di ogni scienza ancora una volta sottolineata nella guerra contro il cancro – i nostri generali del cancro hanno abbracciato la strategia del “controllo del danno”, simile al trattamento dei soldati feriti, invece di cercar di impedire l’avanzata del nemico. Il semplice fatto – più il cancro viene prevenuto e meno c’è da curare – continua a non essere presente nei piani di battaglia dei generali”.
Epstein termina con queste parole che devono assolutamente farci riflettere: ”Quasi tutti gli americani conoscono le pene causate dal cancro a parenti e amici. Il crimine è che molti di questi tumori sarebbero evitabili”.
La necessità di una inversione di rotta nella guerra conto il cancro è ormai indicata con chiarezza anche nelle più prestigiose scientifiche quali Nature che, con una immagine del maggio 2009 più efficace di tante parole, ci dice che è giunto il momento di scalzare dalle radici la mostruosa pianta del cancro e non limitarci a potare qualche ramo in qua ed in là.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 febbraio 2012

Sono passati
614 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
92 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

giovedì 2 febbraio 2012

San Francisco e le ceneri di Parma

Nei giorni scorsi, durante le ultime ore delle primarie, ci è capitato di sentirci rinfacciare il nostro guardare a ovest, in quel di San Francisco, come modello di corretta gestione dei rifiuti.
Perché a San Francisco, insisteva il nostro interlocutore, hanno le discariche nel deserto e non hanno problemi di smaltimento, mentre noi non abbiamo un palmo di terra disponibile.



Quindi San Francisco non sarebbe da tenere in considerazione, e quindi, tornando a bomba, non ci sarebbero soluzioni alternative al forno.
Proviamo quindi a ritornare sull'argomento per puntualizzare ancora una volta come stanno le cose, nel tentativo di fare chiarezza.
San Francisco è una città di 850 mila abitanti, con un bacino di milioni di abitanti se consideriamo l'area limitrofa della baia.
Una città complessa, con strade strette, salite e discese, sviluppo verticale, e differenti gruppi linguistici da informare ed educare.
San Francisco ha abbandonato 30 anni fa il progetto di un inceneritore per smaltire i rifiuti con la più grande pratica di gestione corretta esistente al mondo.
La metropoli è oggi al 78% di raccolta differenziata, entro il 2020 intende arrivare al 100%, smettendo di inviare residuo alla discarica.
Oggi ancora utilizza lo smaltimento per la quota residua del 22%.
Così i detrattori dei sistemi alternativi all'incenerimento fanno notare che senza discarica San Francisco non ce la farebbe, e così Parma.
Invece con il forno tutto si risolverebbe.
Falso.
Perché tutti non sanno che anche l'inceneritore ha bisogno di una discarica di servizio.
Per farci cosa?
Naturalmente per smaltire le scorie che provengono dall'incenerimento, che non sono poche.
Ad esempio a Parma ogni anno bisognerà trovare una buca dove interrare 40 mila tonnellate di ceneri residue. Un bel mucchietto che in dieci anni diverrà 400 mila tonnellate, ed in 30 anni, il periodo che si considera come vita media dell'impianto, 1 milione e 200 mila tonnellate.
Per chi sostiene che l'inceneritore chiuda il ciclo dei rifiuti è un risultato un po' imbarazzante.
Il piano alternativo di corretta gestione dei rifiuti senza incenerimento, proposto nel giugno del 2010 dalla nostra associazione, firmato da ingegneri e chimici dell'albo di Parma, sostenuti dagli ordini, aveva come dato annuo di residuo 25 mila tonnellate.
Una bella differenza.
Ma non è finita qui.
Dobbiamo vedere con che materiali abbiamo a che fare.
Non è infatti la discarica in sé il problema ma cosa ci si mette a creare l'eventuale danno.
Una pentola vuota non è un pranzo, e la stessa pentola può portare la stella Michelin o decretare il fallimento di un ristorante, dipende da quali ingredienti cuociono al suo interno.
Nelle ceneri di risulta dell'inceneritore sono presenti molti materiali: diossine, metalli pesanti, furani.
Diversi studi internazionali hanno messo in evidenza che queste ceneri sono pericolose proprio per il loro alto contenuto di molecole tossiche, che rischiano di contaminare le falde.
A Parma non si sa dove andranno a finire, le ceneri. Nel progetto non vi è cenno alcuno.
Si sussurra che saranno i cementifici ad accoglierle e noi ci chiediamo come mai, se trattasi di una pratica così semplice, al Cornocchio giacciano oltre 100 mila tonnellate di ceneri dal 2001.
E veniamo al residuo di una corretta gestione di rifiuti a freddo, senza incenerimento.
Abbiamo una sostanza finale stabilizzata, che non emette percolato, che non emette gas ne ceneri ne composti pericolosi in ambiente. Il residuo così prodotto può essere compresso e deposto anche in un piazzale, non puzza e non si deteriora.
Certo che l'obiettivo è cancellare anche questo scarto.
Si tratta infatti di una materia che è frutto di errori di progettazione delle merci e dei materiali in circolazione. Le aziende devono essere accompagnate in una prospettiva breve dove sarà vietato per legge produrre materiali non riciclabili, ed in modo facile, al 100%.
E' per questa serie di motivazioni che san Francisco ha rifiutato tanti anni fa la costruzione di un nuovo inceneritore, che sposterebbe la discarica nei cieli, facendola letteralmente ingoiare attraverso l'aria che respiriamo e i cibi che consumiamo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 2 febbraio 2012

Sono passati
612 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
94 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

mercoledì 1 febbraio 2012

Secondarie

E arrivò il giorno del voto per chiarire chi dei candidati del centro sinistra era il prescelto.
Peccato che la città non se ne sia accorta, e che la domenica sia trascorsa via senza ingorghi.
Un voto secondario insomma.
Che ha stupito gli addetti ai lavori e che dovrebbe far sussultare gli strateghi, in vista delle elezioni di maggio.



In queste ore abbiamo letto divertiti alcuni commenti che ci ritraggono affranti dai risultati poco incisivi per chi aveva proposto un no secco al forno.
Ne siamo anche noi dispiaciuti, ma leggendo tra i numeri, come gli italiani sanno fare meglio di tutti gli altri, possiamo anche considerare la somma dei 3 candidati che avevano espresso perplessità al forno come una maggioranza.
Senz'altro non ha sfondato Rossi, ma senza partiti e apparati, e solo con un gruppo di sostenitori, il risultato non può che far lui piacere.
Da parte nostra non potevamo partecipare attivamente alle primarie, come non parteciperemo alle prossime amministrative. Lo starne fuori era doveroso ancora di più in una consultazione parziale come quella di domenica.
Abbiamo giudicato i programmi dando i voti e indicando quello che più ci piaceva.
Poi ognuno è rimasto libero di decidere.
Il dato che colpisce è la grande freddezza dei parmigiani verso il voto, dei giovani in particolare. Poco coinvolgimento, stanchi apparati e nomine dall'alto.
E' un segnale forte dal basso, che afferma la repulsa ai vecchi schemi della politica, che non si fa coinvolgere da meccanismi che suonano falsi già ai blocchi di partenza.
La frammentazione della città raggiunge in queste ore un picco mai raggiunto.
Mai come nel 2012 si presenteranno tutti disuniti al via, in un fiorire di liste, gruppi, movimenti.
C'è ancora tanto bisogno di riflettere, incontrarsi, ragionare, discutere sul futuro.
I giovani sono la speranza di Parma.
E' da quella parte che batte il cuore della città avvilito ma speranzoso in un nuovo rilancio.
Il tema ambientale che ci sta più a cuore, sempre lasciato in seconda fila, allontanato dalle censure, reciterà ancora la sua parte.
I cittadini che diventano consapevoli dei rischi che porta con sé un inceneritore non tornano indietro sulle loro convinzioni, sono votanti contro il forno per sempre, un dato di cui ancora nessuno si rende ben conto e valuta.
La nostra associazione continua a tessere la sua trama, anche se l'ordito è interminabile.
Ma battersi per la salute, per il futuro, per l'ambiente, per valori tutti positivi e di sguardo aperto verso il domani, ci porta ad essere ottimisti e compatti.
Il nostro obiettivo, chiudere l'inceneritore, non farlo partire, far prendere coscienza tutta la città di questo grave errore, è sempre nei nostri pensieri.
Il 2012 è appena cominciato.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1 febbraio 2012

Sono passati
611 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
95 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

martedì 31 gennaio 2012

Costi quel che costi

Appello al commissario Ciclosi: vogliamo la verità

Gentile Commissario Mario Ciclosi,

da oltre un lustro la nostra associazione è in prima linea per proporre modelli di gestione dei rifiuti alternativi all’incenerimento, da applicare anche alla nostra provincia.
Da maggio 2010 chiede alle amministrazioni locali ed a Iren il piano economico finanziario del costruendo inceneritore di Ugozzolo.
Si tratta di un documento fondamentale per capire quali saranno i costi reali dell'inceneritore e come Iren intende rientrare dal debito e ovviamente serve a capire quali saranno le tariffe applicate ai cittadini su rifiuti e teleriscaldamento.



Nei mesi passati la stessa richiesta è giunta anche dall’ex sindaco Vignali, dagli avvocati Allegri e De Angelis, dal direttore della testata Parmadaily, Andrea Marsiletti.
Invano hanno bussato alla porta di Iren per conoscere informazioni che dovrebbero essere di pubblico dominio, essendo questa un'opera che riguarda l'interesse pubblico.
La piena trasparenza sul progetto del Paip è stata addirittura deliberata in premessa all'accordo tra Comune di Parma e Iren, nel marzo del 2006.
La delibera 45 del consiglio comunale recita: “Enìa Spa si obbliga a riconoscere ai cittadini, alle associazioni ambientaliste e a ogni altro soggetto il diritto di accesso secondo le norme della Legge n. 241 del 7/8/1990 relativamente a tutti gli atti riguardanti il termovalorizzatore”.
E’ evidente che la reticenza nel fornire i dati non può che impensierire quanti sostengono
che le tariffe non diminuiranno, come invece più volte affermato da Iren e dagli amministratori di comune e provincia, e che i costi dell'inceneritore siano fuori controllo.
L’amministratore delegato Andrea Viero ha indicato a suo tempo in 193 milioni di euro il prezzao da pagare per arrivare al varo del forno.
La Commissione Europea, aprendo la procedura di infrazione (4003/2001) riporta addirittura la cifra di 315 milioni di euro.
Oggi, da notizie di stampa, abbiamo saputo che l’inceneritore di Case Passerini (Firenze), con dimensioni e caratteristiche simili a quello di Parma, verrà a costare 134 milioni di euro.
La notizia, rintracciabile sul sito delle pubbliche amministrazioni della Toscana centrale (http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=108960) parla di un “impianto il cui importo di aggiudicazione di 134.480.250,00 €, che si comporrà di 2 linee, avrà una capacità di trattamento di 136.760 tonnellate annue (circa 400 tonnellate al giorno), utilizzando le migliori tecniche disponibili (le cosiddette B.A.T. – Best Available Techniques), con l’obiettivo di ottenere le migliori performance sia dal punto di vista ambientale...”.
In virtù della trasparenza a cui lei spesso si richiama, chiediamo il suo aiuto per ottenere il tanto agognato Piano Economico Finanziario dell’inceneritore di Ugozzolo, ricordandole che in seno al consiglio di amministrazione di Iren, in qualità di vice-presidente e rappresentante nominato dal comune di Parma, siede Luigi Giuseppe Villani.
Crediamo dunque non sia difficile conoscere queste informazioni e renderle pubbliche come è dovuto a tutta la cittadinanza.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 31 gennaio 2012

Sono passati
610 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
96 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

domenica 29 gennaio 2012

Una pece chiamata aria

A viverci dentro, giorno dopo giorno, anno dopo anno, quasi non ti rendi più conto di che cosa ci sia sopra, oltre quella coltre grigia che ammanta l'orizzonte tanti (troppi) mesi all'anno.
Ma non appena sali le prime erte e si apre il cielo, il sole ti abbaglia, la tentazione è di guardare indietro, perché lo stacco è troppo improvviso e netto, per essere naturale.



Così la verità si fa strada attraverso uno specchietto retrovisore, ti accorgi che convivono due mondi, lassù il giorno, laggiù la notte.
Due universi paralleli divisi dall'altitudine.
Uno cristallo, l'altro pece, che ogni giorno inaliamo.
La coltre nera è una coperta lurida, compatta ed immobile, un'enorme panna montata cucinata con la fuliggine, proprio come il fondo di un catino pieno di magma torbido, che lasciato decantare concentra sul fondo i suoi densi liquami.
Un'ovatta che annebbia anche i cuori, e i cervelli. Li raggela e li immobilizza.



Davanti a un tale spettacolo solo insane menti possono rimanere assopite e immobili, senza cenni di reazione.
Così non c'è livello di inquinamento che faccia scattare allarmi e misure drastiche per soccorrere se stessi.
Nessun blocco, fermo, rimedio, misura.
Si finge l'azione, si confida sul clima, si attende non si sa cosa, che mai arriva.
Le immagini sono lì a testimoniare, una linea netta all'orizzonte.
La linea della salute e della malattia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 gennaio 2012

Sono passati
608 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
98 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

Tutino, inceneritore costa 4 volte un Tmb

L'assessore provinciale all'ambiente di Reggio Emilia, Mirko Tutino, se paragonato al nostro Giancarlo Castellani, sembra essere sceso dalla Luna.
Perché a Reggio parlano schietto e non si piegano con referenza ai poteri, anzi.
Così ripondendo ai mal di pancia degli industriali l'assessore non manca di puntualizzare alcuni concetti, che riagurdano anche Parma, molto da vicino.



Scrive Tutino: “In relazione al documento degli Industriali, faccio innanzitutto presente che il termovalorizzatore non avrebbe certamente ridotto le tariffe, come dimostra la situazione della vicina Parma dove si prevede una tariffa di smaltimento superiore a quella che avrà Reggio Emilia con il Trattamento meccanico biologico (Tmb). Un termovalorizzatore moderno, infatti, costa quattro volte un impianto di Tmb avanzato”.
Il comunicato stampa prosegue su questa linea di pensiero: “Vale inoltre la pena sottolineare come un piano che si pone l’obiettivo del 67% di raccolta differenziata e individua le migliori tecnologie disponibili per il recupero ed il riciclaggio della materia, anziché puntare sulla sua combustione, sarà certamente in grado di garantire sicurezza non solo al ciclo rifiuti del nostro territorio, ma anche alle imprese. Per anni si è chiesto alle istituzioni di decidere ed ora le scelte daranno il via agli investimenti”.
Ed ecco l'affondo: “Per quanto riguarda invece il Piano provinciale gestione rifiuti (Ppgr) del 2004, non solo non è scaduto in quanto la sua validità è stata prorogata con una legge dello Stato, ma quel Piano prevedeva la possibilità di valutare anche ogni soluzione alternativa al termovalorizzatore. Ed è del tutto evidente come – con una raccolta differenziata che al termine del 2011 ha superato il 60% e con l’avvio di un nuovo Piano regionale per la gestione rifiuti che supera le barriere provinciali – lo scenario sia cambiato.
In tutto il mondo i rifiuti non sono più visti come un materiale da eliminare, ma come un’opportunità, e questo perché non viviamo in un pianeta dotato di risorse infinite. Credo che su questo terreno, e sulle tecnologie di recupero della materia, sia corretto che anche le imprese del nostro territorio dicano la loro, spiegando alle istituzioni come intendono intervenire concretamente per lo sviluppo di un’economia verde, a partire dal recupero dei rifiuti”.
Per non spaventare i nostri democratici, l'assessore Tutino appartiene al loro stesso partito, è un giovane democratico di 28 anni, ha frequentato l'università a Parma. Come detto, non appartiene ad una specie marziana proveniente dal quarto pianeta del Sistema Solare. Non ci risulta che a seguito di queste affermazioni per noi parmigiani un po' “forti” sia intervenuta l'Assistenza Pubblica con la camicia di forza.
Parma è nel Medioevo, Reggio nello spazio.
Amen.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 gennaio 2012

Sono passati
608 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
98 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà