sabato 1 ottobre 2011

San Francesco con San Francisco

Il sindaco di San Francisco, Gavin Newsom, e il direttore del Dipartimento Ambientale, Jared Blumenfeld, scrissero un anno fa a Parma, esortando la nostra città ad abbandonare la strada dell’incenerimento dei rifiuti.
La lettera non trovò mai risposta.
Nel marzo 2009 Francesco Barbieri volò a San Francisco, per mettere in contatto la comunità di Parma con una delle amministrazioni più avanzate del mondo, che con la gestione dei rifiuti ha saputo creare un nuovo indirizzo.



Il 4 ottobre, sarà l’amministrazione di San Francisco, rappresentata da Jack Macy, coordinatore dei programmi rifiuti zero, a venirci a trovare.
Si tratta di un viaggio istituzionale che porterà Macy da Parma a Capannori (Lucca) al convegno nazionale dei 53 Comuni italiani che hanno già deliberato la strategia rifiuti zero. Dopo Capannori,
Macy sarà a Roma, dove il 10 e 11 Ottobre incontrerà il sindaco Alemanno, il quale si recherà in California in Novembre per stringere la “Global Alliance Incinerator Alternatives“, un'alleanza che porta le città del mondo al traguardo del riciclo totale degli scarti.
Il disastro ecologico del Cornocchio, riemerso in questi giorni, deve farci riflettere a fondo.
Le politiche attuali portano a un futuro sostenibile o al collasso?
Nel 1992 più di 1600 scienziati, tra i quali 102 premi Nobel, firmarono l’Avvertimento degli scienziati del mondo all’umanità: “Gli esseri umani e il mondo naturale sono in rotta di collisione. Le attività antropiche danneggiano in modo grave e spesso irreversibile l’ambiente e le risorse essenziali. Molti dei nostri comportamenti, se non poniamo loro argine, mettono a serio rischio il futuro che desideriamo per la società umana e per il regno vegetale e animale, e possono alterare il mondo in modo da renderlo incapace di sostenere la vita così come la conosciamo. Per evitare la collisione alla quale ci stiamo avvicinando, è urgente metter mano a cambiamenti fondamentali”.
Parma può fare molto.
Il 4 Ottobre, al Cinema Astra, all'interno della rassegna Cinema Ambiente Uomo, verrà proiettato il docu-film “Zero Waste” di Victor Ibanez, compagno di avventura di Francesco Barbieri.
Regista e produttore/protagonista lo presenteranno per la prima volta a Parma.
Ci sarà naturalmente Jack Macy, ma anche Ezio Orzes, l'assessore all'ambiente che ha portato il suo Comune (Ponte nelle Alpi) a vincere per due anni consecutivi il premio del miglior comune riciclone.
Raphael Rossi è stato chiamato dal sindaco di Napoli De Magistris alla guida dell'azienda ambientale Asia, per portare la città fuori dalla gravissima emergenza ambientale: la sua testimonianza sarà importante per capire come la volontà trascini anche le situazioni più difficili alla loro soluzione.
L'ingresso al cinema Astra sarà a offerta libera.
Prenotazioni a: sanfranciscochiamapr@libero.it
oppure 331.116.8850

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 settembre 2011

+91 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+487 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

giovedì 29 settembre 2011

Il forno tabù

Basta pronunciare la parola e gli sguardi si fanno subito vacui, lontani, preoccupati.
Inceneritore è una parola proibita, l'argomento suscita immediata distanza, si cerca di svoltare l'angolo e cambiare argomento.
Il forno, quello di Ugozzolo, di fianco all'altro forno, quello di Barilla.
Un binomio non proprio indovinato per il marketing territoriale di Parma.
Ma tant'è più se ne parla, dell'inceneritore, più cresce l'imbarazzo, in coloro che contano.



Il fantasma cresce ma non abbastanza in fretta e si fa evanescente.
E' inciampato a luglio in un abuso edilizio, uno sgambetto che lo incatena da due mesi e più al suo ceppo.
Un cantiere fermo, in solitudine, che guarda alla città con apprensione e timore per il suo futuro.
Timore perché di lui nessuno vuol discutere in città e tutti si sottraggono.
Il tema è quello dell'ambiente in cui viviamo e di come sarà nel prossimo futuro.
Eppure, davanti ad uno scenario così onnicomprensivo non si registrano disponibilità al confronto, al dialogo fra le parti. Meglio il silenzio, il silenzio stampa.
A pochi mesi dalle urne nessuno autorizza nessuno a parlarne, bocche stracucite, non si capisce con quale logica, mentre i cittadini incrementano il loro domandare, il loro appello alla chiarezza ed alla trasparenza.
Si nota con facilità l'assenza del forno nei dibattiti e incontri “ufficiali”.
Il tema per eccellenza in città viene negato, un non-tema, da tutti gli amministratori e apparati di partito, i quadri che devono fingere il non luogo, il non argomento.
Dettando alla base i giusti racconti, nel tentativo, non riuscito, di delegittimare chi sul tema è da anni, con tutta la forza d'animo che possiede. Sono pagati, un giorno da un'azienda, un altro da un potente di partito, hanno dietro qualcuno che li finanzia generosamente, che vi credete, sono di una parte politica evidente, lo fanno per secondi fini, poteri occulti che tramano nel buio.
Attraverso questa delegittimazione scientifica si è cercato l'ovattato silenzio dell'imbarazzo, senza però alla fine trovare convincenti evidenze, rimanendo impreparati ai successivi sussulti, ai nuovi esposti, ai documenti scottanti che sono emersi.
Quali incubi susciti l'inceneritore di Ugozzolo non lo possiamo sapere.
Probabilmente questo ingombrante progetto travolge al suo passaggio chiunque cerchi di bloccare il suo corso, irto di colpi e tamponamenti, a volte in un senso, a volte in un altro.
Un sasso rotolante che negli anni si è fatto valanga, con i suoi putridi detriti a seguire.
Non sarebbe ora di dire basta e di aprire uno scenario magari utile ai cittadini, prima che agli interessi di qualche nascosta bottega?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 settembre 2011

+90 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+486 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, ...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

mercoledì 28 settembre 2011

Ma che cos'è la plastica?

La plastica è il derivato della distillazione del petrolio. Almeno è questo che mi hanno insegnato all'università. Ma dopo un paio di anni di auto-informazione e di attivismo sono riuscito a decodificare quanto non mi tornava in quel “derivato della distillazione del petrolio”.
Perché estraiamo il petrolio? A cosa ci serve? Se ci serve per produrre la benzina e tutti i carburanti che servono per fare muovere i nostri mezzi di locomozione (come pare essere) allora la plastica non è un derivato, ma è un rifiuto della distillazione del petrolio.
Se ragionassimo così le cose apparirebbero diverse.



Infatti se il petrolio viene distillato per i carburanti da 100 di petrolio solo il 20 % è carburante il restante 80 % è quel famoso "derivato" di cui sopra. Ma con proporzioni così a me sembra che in effetti il derivato è il carburante e non certo tutto l'80 % di cui non si sa cosa farne!
E così che i cari petrolieri si sono ingegnati a dovere ed hanno creato tanti derivati che, se da loro buttati sarebbero rifiuto speciale con costi di smaltimento altissimi.
E invece per cercare di non avere questi costi ci vendono il rifiuto e poi sarà compito nostro smaltirlo. Bello no?
Dietro la plastica c'è tutto questo.
Dietro la Plastica c'è il maledetto “usa e getta”.
Essendo un rifiuto della distillazione del petrolio, non viene prodotto in base alle reali esigenze.
Ma viene prodotto a prescindere. E quindi deve essere consumato a prescindere. Ecco l'usa e getta. Loro ci vendono i bicchieri di plastica ad un prezzo non reale. Il prezzo è troppo basso. Non comprende ad esempio i costi dell'inquinamento che c'è già stato per produrlo.
Ma se il prezzo fosse più alto, noi non acquisteremmo bicchieri e piatti “usa e getta” e quindi quel derivato/rifiuto rimarrebbe sul groppone a loro. Ecco perché l'usa e getta. Bisogna consumare e gettare consumare e gettare se no il sistema si ingolfa.
Bisogna ridurre il consumo di plastica non solo per una questione ambientale, ma anche e soprattutto come gesto di ribellione a questo sistema folle.
La distillazione del petrolio funziona più o meno così.
Intanto si estrae il petrolio da una parte del mondo e tramite navi si porta nelle centrali petrolifere (in Italia ce ne sono ovunque perché abbiamo rinunciato al nucleare - per fortuna - ma siamo stati costretti a sviluppare un piano energetico basato completamente sul petrolio - il male minore - ma sempre male è).
Queste centrali hanno bisogno di tantissima energia per riscaldare il petrolio e quindi per distillarlo. Il petrolio è costituito da un'infinità di molecole di varie dimensioni dalle più grandi alle più piccole. E quindi ciascuna famiglia di molecole avrà un peso più o meno proporzionale alle loro dimensioni. Riscaldando non si fa altro che creare un gradiente di temperatura e, le molecole più leggere andranno più in alto e le molecole più pesanti via via più in basso fino alla parte pesante (il catrame) che è il residuo vero e proprio della distillazione, spesso intriso di tantissime sostanze inquinanti come i metalli pesanti idrocarburi policiclici aromatici, che portano alla formazione di diossine. La famiglia di molecole che serve per i carburanti viene stabilita in base alle carattestiche fisiche (temperatura di ebollizione, numero di ottani etc...) e quindi non è sempre la stessa. La benzina che noi mettiamo nelle nostre macchina non è sempre la stessa!!! ma è sempre diversa. L'importante è che abbia quelle caratteristiche fisiche.
Il resto, cioè tutto quello che è più leggero e tutto quello che è più pesante del carburante viene scartato. E da questo scarto ecco nascere le plastiche (polivinilcloruro il PVC, polistirolo, Polietilene il PE o PET, etc...) gli oli del motore, i fitofarmaci, i concimi, il nylon, gli imballaggi spesso più pesanti della cosa che dovrebbero proteggere, le magliette che indossiamo e via a continuare all'infinito.
Il catrame poi viene usato nelle centrali termoelettriche per generare l’energia per continuare questo sistema innaturale.
Il petrolio e la plastica sono ovunque. E così facendo stanno distruggendo i territori, le economie locali, la Terra.
Questo sistema esiste solo da un secolo. Non è mai esistito nella storia dell'uomo, che per fortuna è molto ma molto più lunga di un secolo. E' un passaggio che lascerà il segno non c'è dubbio.
Noi abbiamo un ruolo molto importante dobbiamo informare la gente su queste cose. E dobbiamo cercare di parlare la loro stessa lingua. Dobbiamo cercare di scrollarci questo finto benessere e dobbiamo cercare di immaginare un mondo nuovo. Siamo nel nuovo millennio oppure no?

Danilo Pulvirenti
Rete Siciliana Rifiuti Zero

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 settembre 2011

+89 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+485 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta,...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

martedì 27 settembre 2011

Un mondo a riciclo totale

Zero Waste, Zero Scarti

Un mondo a riciclo totale, dove tutto torna in circolo, senza spreco alcuno.
Non è un disegno folle, ma uno scenario che si va facendo sempre più realizzabile, un'idea fino a qualche anno fa ritenuta parte del regno dei sogni e dei miraggi e che oggi invece si affaccia sempre più reale.
Quando si parla di questi temi la mente va subito a San Francisco, la città californiana creatrice del progetto Zero Waste 2020, che si è data quell'anno come traguardo per giungere al 100% dei materiali riciclati.
Il guru operativo del progetto, che si basa sull'ispirazione scientifica di Paul Connett, è Jack Macy, che all'inizio di ottobre sarà in Italia per un ciclo di conferenze e di collaborazioni molto importanti per lo sviluppo anche in Italia della strategia.



Macy sarà a Capannori per le Giornate Internazionali dedicate ai comuni italiani, sono ormai 53, che hanno aderito alla strategia Rifiuti Zero. Sarà a Capannori con i migliori esponenti di questa strategia, le migliori menti italiane e internazionali che hanno sviluppato la filiera del riciclo dimostrando con le cifre che il traguardo del riciclo totale è alla nostra portata.
Un crogiuolo di personalità come Paul Connett, Rossano Ercolini, Alessio Ciacci, Marco Boschini, Joan Marc Simon, Enzo Favoino, Roberto Cavallo, Patrizia Lo Sciuto, Raphael Rossi, Paolo Guarnaccia.
Ma Jack Macy andrà anche a Roma, dove con il sindaco Alemanno da oltre un anno c'è un crescente scambio per portare anche la Capitale in questa direzione. A novembre Alemanno volerà a San Francisco per finalizzare gli accordi.
Ma sarà Parma la prima tappa del viaggio italiano di Macy. All'inizio di ottobre verrà proiettato il corto Zero Waste, girato da Victor Ibanez, che ha come protagonista Francesco Barbieri, il focoso sostenitore del riciclo e il suo viaggio oltre oceano alla ricerca di un sostegno per invertire la scelta di Parma verso l'inceneritore.
E' una occasione straordinaria per la nostra città.
Chissà se i nostri amministratori saranno capaci di approfittare di questo evento per mettere anche loro a fianco dell'avanguardia internazionale che sta veleggiando verso questo obiettivo, ormai a portata di mano.
Stiamo parlando di scenari di livello mondiale, di intere comunità che si stanno organizzando attraverso una programmazione scientifica della gestione dei materiali post utilizzo, ma anche con la creazione di una legislazione che porti fin dal settore produttivo a immettere sul mercato esclusivamente materiali recuperabili, riciclabili, compostabili.
Il sindaco di San Francisco aveva scritto lo scorso anno anche al sindaco di Parma Pietro Vignali, come abbiamo potuto leggere sulla Gazzetta di ieri. Chissà se è giunto oggi il momento per rispondere a questo invito, a questo accorato appello degli americani che dicono senza mezzi termini che Parma non ha bisogno di un inceneritore per gestire i propri materiali di scarto.
Dall'Olanda è giunto un altro importante messaggio: la disponibilità di questa grande multinazionale a traghettare Parma verso la prospettiva del recupero totale dei materiali, senza gettare nulla, senza sprecare nulla.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 27 settembre 2011

+88 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+484 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

domenica 25 settembre 2011

Copiate Barilla

Un passo avanti nella sostenibilità del packaging

Un sacchetto di biscotti.
Un oggetto apparentemente innocuo ed insignificante nel grande dibattito sulla gestione dei rifiuti.
Eppure proprio un sacchetto può cambiare l'approccio dell'industria del packaging verso una produzione sostenibile, realizzando un passo avanti decisivo nella direzione della riduzione dei rifiuti, il vero traguardo da perseguire, ancora prima del riciclo.



Stiamo parlando del colosso alimentare Barilla, la prima industria al mondo per la pasta, che ha messo in commercio, come del resto aveva promesso, un involucro monomateriale riciclabile (PP5), polipropilene, nel contenitore giallo della plastica, barattolame, vetro.
Il problema del packaging eccessivo, e spesso impossibile da riciclare, è uno dei punti nevralgici del sistema del riciclo non solo in Italia, ma nel mondo.
Se per ipotesi la legislazione fosse allineata già oggi sulle direttive non solo europee che mirano alla sostenibilità ed al recupero di materia, avremmo risolto di colpo il problema dei rifiuti, semplicemente perché non ne produrremmo.



Tutto ciò che passa per le nostre case, dopo l'acquisto e l'utilizzo, tornerebbe di fatto alla produzione, chiudendo il cerchio attraverso i sistemi di filiera del riciclo e del compostaggio.
Rifiuti Zero, che nella sua corretta traduzione significa “Zero Sprechi”, è quindi alla portata del nostro sistema produttivo e di mercato.
Un esempio positivo ci arriva proprio da Barilla, da tempo impegnata nel ridurre il proprio impatto ambientale. Le confezioni di biscotti erano costituite di materiali compositi, i cui strati di carta e/o plastica si alternavano con strati di alluminio, rendendo di fatto impossibile, o anti economico, il loro recupero.
Questione di volontà, non di possibilità.
Con investimenti mirati è possibile correggere gli errori commessi quando non si comprendeva ancora che il nostro pianeta è un microcosmo finito, chiuso, limitato nelle risorse e nelle capacità di assorbimento degli inquinanti.
C'è tanto ancora da fare. Un esempio classico è il tetrapack, il contenitore della multinazionale svedese, prodotto in milioni di pezzi, risulta difficilmente riciclabile e comunque con un ulteriore dispendio di energia.
Che senso ha realizzare un contenitore che necessita di complessi sistemi di riciclo, se è possibile realizzarne uno facilmente riciclabile, magari anche a costi inferiori?
Non ha maggior senso un involucro che già in partenza è riciclabile in modo semplice?
Non ci sono alternative. Il peso dell'impronta ecologica umana sta mettendo in crisi l'ecosistema. La produzione di scarti e di materiali non biodegradabile sta modificando il pianeta, spingendolo verso una crisi ecologica irrecuperabile.
L'economia mondiale si basa sulle risorse biologiche, quindi ogni atto che deteriori queste risorse minaccia la stessa economia, minando le prospettive dell'umanità.
Eppure l'uomo sembra ancora non comprendere a fondo questa situazione.
Sarà necessario recuperare un equilibrio fra l'umanità e i sistemi naturali, rivedendo profondamente il nostro modello di consumo, per adeguare le richieste dell'uomo alle capacità e risorse del pianeta. Non il contrario.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 25 settembre 2011

+86 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+482 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.