sabato 3 settembre 2011

La svolta della Provincia di Lucca: inceneritori chiusi per legge

Lucca aderisce alla Strategia Rifuti Zero e blocca gli inceneritori

“Esprimo grande soddisfazione – dichiara il Consigliere Regionale Mauro Romanelli – per l’Ordine del Giorno del Consiglio Provinciale di Lucca, che prevede la chiusura definitiva degli inceneritori di Falascaia e Castelnuovo Garfagnana e l'adesione alla Strategia Rifiuti Zero”.
“E’ un documento veramente importante in cui la Provincia, assieme a numerosi comuni, anche a seguito delle gravi criticità emerse nell’esercizio degli impianti di incenerimento del territorio provinciale, attualmente chiusi, e delle diffuse preoccupazioni riguardo alla tutela della salute e dell’ambiente, decide di non riattivare più gli inceneritori, di continuare a puntare sulla raccolta differenziata, mirando al 65% di RD per il 2012 , in modo di raggiungere la prospettiva dei rifiuti zero nel 2020”.


L'inceneritore di Falascaia (Pietrasanta) posto sotto sequestro nel 2010 per inquinamento ambientale

“Recentemente era stata revocata l'autorizzazione per l'impianto di Falascaia, poiché non sarebbero risultati veritieri i valori sulle emissioni trasmessi, così come la Procura sta indagando sulla gestione di Belvedere. Ragionando su altri territori c'è anche l’annosa vicenda dell’impianto di Montale, che continuamente presenta problematiche e dubbi circa le garanzie di salute pubblica e tutela ambientale”.
“Da queste vicende si dovrebbe trarre l'insegnamento che questi impianti non sono in generale affidabili e presentano continue problematicità, che a volte si tenta di occultare, rischiando di pregiudicare ambiente e salute dei cittadini. Altre volte i problemi emergono con prepotenza, costringendo a interruzioni del servizio che comunque danneggiano le casse pubbliche e l'efficienza gestionale. Un dato è strutturale, non episodico, che si dovrebbe capire"
“Di fronte ad una maggioranza compatta di centrosinistra che finalmente abbraccia una linea politica avanzata, e si pone sulla scia di esperienze d'avanguardia come quella di Capannori, è ora che anche in Regione si definiscano linee sempre più stringenti per l’elaborazione di concreti piani alternativi all’attuale impostazione di trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi urbani”.
“La Toscana di Enrico Rossi non può rimanere ancorata a modelli arretrati ma deve aggiornarsi alle politiche più avanzate ed ecologicamente compatibili, facendo proprio l'indirizzo della Provincia di Lucca”.
La decisione toscana apre un nuovo importante scenario per la rivoluzione verde nel campo della gestione dei rifiuti. La fiaccolata di Parma del 9 settembre servirà a far capire che i cittadini sono pronti a collaborare ad un nuovo sistema che metta al primo posto la salute e l'economia dei territori e delle aziende, lasciando da parte gli interessi nascosti dietro i grandi impianti come gli inceneritori, pericolosi e costosi, che non hanno ormai alcuna prospettiva nel panorama europeo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 settembre 2011

+64 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+460 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

venerdì 2 settembre 2011

Quando l'Europa sbarca a Parma

Dire a tutti del Pai porta solo guai (a chi l'inceneritore lo vuole...)

Uno dei motivi per cui il progetto dell'inceneritore di Parma aveva raggiunto il suo scopo, quello cioè di traguardare l'iter autorizzativo senza suscitare clamori e proteste, è stato il “contenere” tutto il progetto sottotraccia, con toni dimessi, solidamente poggiato sul sì bipartisan della politica.


Frans Beckers, secondo da sinistra, in visita all'azienda Furlotti di San Polo di Torrile

L'inceneritore di Parma lo voleva il sindaco Ubaldi, convinto sostenitore di un impianto dalle dimensioni extra large, per una Parma che fa, costruisce, cantierizza, e il presidente della Provincia Bernazzoli, che dell'impianto continua a essere anche oggi strenuo difensore, costi quel che costi.
Il lavoro sporco portato avanti dal comitato per la gestione corretta dei rifiuti, che da giugno dello scorso anno è diventato associazione, è stato proprio quello di trascinare fuori dalla melma il forno, facendolo asciugare per bene alla potente luce del sole della pianura padana.
Un'opera lunga, laboriosa e usurante, che solo grazie alla pazienza ed alla cocciutaggine comincia solo oggi a concedere le prime soddisfazioni.
Dal 2006, anno di nascita del GCR, sono passati 5 anni esatti prima di poter dire che il “nostro” inceneritore ha superato l'ambito provinciale, si è colorato del vessillo nazionale e forse anche della tinta blu dell'Europa.
Il dramma di coloro che oggi ancora difendono il forno è proprio questo: non riuscire a trattenere il dibattito nel ristretto confine di Parma e quindi subirne gli sbocchi imprevisti.
Ma gli sbocchi incontrollati ormai abbondano.
Come il giudizio negativo olandese sull'opportunità economica di costruire l'inceneritore sul nostro territorio. Una considerazione che giunge non da un ecologista assatanato o da un incompetente, ma proprio da un addetto ai lavori. Van Gansewinkel è infatti uno fra i 5 maggiori players europei nel campo dei rifiuti.
VGW è un colosso con base in Olanda che opera anche in Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Ungheria, Portogallo. Conta 5800 dipendenti e produce un fatturato di 1,1 miliardi di euro.
Ci siamo capiti, si tratta di un big a livello europeo, un'azienda coi baffi, direbbe Costanzo.
Frans Beckers è il direttore del settore sviluppo e ricerca dell'azienda olandese, un gruppo di lavoro di oltre 50 persone impegnate a sviluppare corrette pratiche di gestione dei materiali di scarto, gomito a gomito con le aziende produttrici di packaging e di rifiuti.
Lo scorso maggio Beckers è stato ospite di Parma all'interno del convegno “L'Alternativa: un'Europa a Rifiuti Zero”, serata all'interno della Festa dell'Europa tenutasi alla Camera di Commercio di via Verdi.
Durante la sua permanenza a Parma Frans Beckers ha potuto verificare di persona la situazione della nostra città nel campo del trattamento rifiuti, con l'occhio clinico di chi se ne intende. Così ha avuto un incontro ufficiale in Iren, un altro in Comune di Parma, ed ha visitato tutti i centri di riciclo del nostro territorio, le aziende che trattano le frazioni riciclabili come carta, metalli, plastiche.
Van Gansewinkel nel 2007 ha preso la decisione di modificare completamente l'approccio metodologico al trattamento dei rifiuti, trasformandosi da azienda da smaltimento ad azienda di recupero di materiali.
Gli olandesi sono famosi per anteporre il business a tutto il resto.
Anche in questo caso l'approccio è stato lo stesso.
Hanno compreso che lo scenario era in evoluzione e l'Europa si stava orientando al promettente mercato delle materie prime seconde, quello che fa del recupero totale dei materiali post utilizzo il vero core business di questo settore.
Da allora VGW ha sviluppato le proprie azioni in questa direzione.
Oggi è al 75% di raccolta differenziata e in dieci anni conta di spegnere i restanti inceneritori attivi, mentre lo scorso anno ha chiuso quello di Rotterdam.
Il ragionamento è semplice: con percentuali di differenziata crescenti scarseggiano i materiali da incenerire e la capacità degli impianti esistenti supera la disponibilità di materia.
Oggi Frans Beckers ha scritto alla nostra città, ai suoi amministratori, a Iren.
Dice VGW: “Abbiamo valutato con attenzione la vostra situazione, siamo arrivati alla conclusione che i vostri materiali di scarto non sono sufficienti a rendere un inceneritore economicamente sostenibile”.
Secco e non emendabile.
VGW offre la propria collaborazione a traghettare anche Parma verso una prospettiva a rifiuti zero, garantendo nel frattempo tutta l'assistenza per garantire lo smaltimento dei rifiuti nella fase transitoria.
Ora la palla passa a Iren e Comune di Parma.
Da VGW l'invito è chiaro: in Olanda per valutare la proposta alternativa al forno, che include anche la smobilitazione del cantiere del Pai, con relativo collocamento in altri mercati delle parti meccaniche già acquistate.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 2 settembre 2011

+63 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+459 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

giovedì 1 settembre 2011

Napoli, il punto sui rifiuti

Intervista a Raphael Rossi, presidente Asìa
di Giuseppe Iasparra – www.ecodellacitta.it

Napoli dopo la crisi. In via di definizione i contratti per i trasferimenti di rifiuti via mare verso diversi Paesi del Nord Europa (non solo Olanda). A settembre il via all’estensione del porta a porta: a “macchia d’olio” per evitare il “turismo dei rifiuti”.
Intervista di Eco dalle Città a Raphael Rossi, presidente Asìa (Azienda Servizi Igiene Ambientale)
Il mese di agosto ha visto Napoli ripulita dall’immondizia per strada. Negli ultimi giorni c’è stata qualche polemica sull’attribuzione dei meriti. Come sono andate le cose?



La crisi non era dovuta ad un sistema o ad un problema di raccolta, era dovuta ad un problema di conferimenti. Questi conferimenti sono stati più celeri durante l’estate e soprattutto vi è stata una minore produzione, il che ha permesso di liberare la città dai rifiuti.
A settembre dovrebbero iniziare i trasferimenti di rifiuti via mare verso l’Olanda. Sono previsti anche altri trasferimenti?
Napoli è una grande città portuale quindi ha previsto un metodo di trasferimento dei rifiuti economico e meno impattante dal punto di vista ambientale che è quello di utilizzare il proprio porto. Per utilizzare il proprio porto sono previsti trasferimenti verso diversi Paesi del Nord Europa e non vi è un Paese solo. Vi sono in definizione più contratti e tutti che hanno il denominatore comune di avere la possibilità di trasportare via mare. Poi nel frattempo la Provincia a sua volta per le attività ordinarie ha altri contratti per il trasporto via terra in altre regioni italiane.
A settembre partirà l’estensione della raccolta differenziata porta a porta a Napoli. Da una nostra indagine sulla raccolta differenziata a Bagnoli, quartiere già servito dalla raccolta domiciliare che registra buoni risultati, abbiamo però evidenziato un fenomeno che abbiamo denominato “turismo dei rifiuti”: cittadini che non volendo fare la raccolta differenziata per buttare la spazzatura si spostano in altri quartieri con raccolta stradale. A lei risulta questo fenomeno? Se sì, come pensate di evitare che si ripetano questi episodi?
In passato la raccolta porta a porta aveva il limite di interessare zone piuttosto limitate, infatti il caso di Bagnoli è specifico: se guarda sul sito dell'Asìa vedrà una raccolta differenziata al 95%, che non è plausibile e che è dovuta proprio al fenomeno che lei diceva. Qual'è il motivo? Il motivo è che il lotto di avviamento del porta a porta è troppo piccolo quindi i cittadini rischiano di continuare ad utilizzare i cassonetti che vi sono nelle adiacenze. Noi rimedieremo a questo proseguendo su tutte le nostre estensioni non più a macchia di leopardo ma a macchia d’olio cioè per territori contigui.
Cosa bisognerebbe ancora fare affinché Napoli diventi autosufficiente nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani?
Sviluppare la raccolta differenziata. Vi è un deficit di capacità ricettiva nel sistema campano ma è dovuto al fatto che c’è poca raccolta differenziata.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1 settembre 2011

+62 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+458 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

Tutti parmigiani

Il 9 settembre, a pochi giorni dalla sentenza del Tar sulla sospensione del cantiere dell'inceneritore, l'associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR, ha indetto una fiaccolata per le vie del centro cittadino, a sostegno del no all'incenerimento come gestione dei rifiuti.
Crediamo che in questo momento un segnale forte che parte dal basso sia fondamentale per far capire che i cittadini hanno in mente un altro modo per trattare i materiali post utilizzo e sono anche diventati consci dei rischio cui si va incontro.



Crediamo che sia importante la fiaccolata del 9 anche per gli altri territori dove si sta lottando con fatica e impegno contro altri nefasti e simili progetti, che puntano in realtà all'arricchimento dei gestori, lasciando il danno ai cittadini.
E' per questo che lanciamo oggi un appello a tutti i comitati italiani affinché aderiscano alla manifestazione del 9 settembre.
Certo per chi riuscisse ad essere presente con il proprio striscione, sarebbe un ulteriore vantaggio, ma visto che la manifestazione si tiene la sera e per le distanze che ci separano, crediamo che riportare le adesioni ricevute sia comunque un importante segno di condivisione e unione tra i comitati italiani su questo tema.
Per aderire è sufficiente mandare un messaggio al nostro indirizzo gestionecorrettarifiuti@gmail.com e, se fosse possibile, inviando anche una immagine del vostro comitato da inserire nella pagina dell'evento.

Dopo anni di lotte oggi stiamo raggiungendo i primi timidi segnali di speranza.
La battaglia di Napoli ci fa capire come sia possibile interrompere scelte scellerate anche quando i tempi sono scaduti da un pezzo.
La perseveranza di Nimby Trentino e dei cittadini di Trento che con il digiuno mantengono alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema è una luce che da anni risplende.
Il TAR di Brescia che grazie al ricorso della locale sezione di SEL, impone ad ASM di provvedere ai monitoraggi in continuo previsti per legge ma disattesi fino ad oggi va nella stessa direzione.
Tanti segnali di speranza, come Reggio Emilia che abbandona il progetto di un nuovo inceneritore, come Lucca che va verso un piano di gestione senza forno.
E come Parma dove due avvocati (Arrigo Allegri e Pietro De Angelis) hanno scoperto nelle maglie del progetto dell'inceneritore molte anomalie fra cui la mancanza del titolo edilizio, sfociato in un esposto in procura.
La nostra associazione ha segnalato, una volta noti i fatti, la grave situazione al Nucleo Abusi Edilizi, denuncia sfociata il 1° luglio nella sospensiva al cantiere emessa dal Comune di Parma, che in agosto ha ribadito, in una seconda ordinanza, i tanti fatti emersi, che non possono non essere chiariti e messi in luce.
Oggi quindi dobbiamo crederci, più che mai, nella possibilità che il futuro cambi prospettiva.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1 settembre 2011

+62 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+458 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

mercoledì 31 agosto 2011

Una fiaccola che illumini Parma

Sarà ancora per le strade che Parma dirà no all'inceneritore di Ugozzolo, cancellandolo definitivamente dal proprio futuro.
Una nuova manifestazione popolare, che vedrà riuniti tutti coloro che pretendono una gestione dei rifiuti senza inquinamento, senza rischi per la salute, senza sprechi di materia, senza regali ai poteri forti.
Sarà il 9 settembre, una manciata di giorni prima che il Tar entri nel merito del provvedimento di sospensione che il comune di Parma ha emesso nei confronti di Iren per mancanza del permesso a costruire per ben due volte, il 1° luglio e il 22 agosto.



Sarà piazzale della Croce che accoglierà ancora una volta il popolo della salute, ancora una volta senza colori di partito, trasparenti come l'aria che vogliamo per Parma, con le sole bandiere corsare che oggi sono il simbolo in tutta Italia dei No Ince.
Ci siamo chiesti se aveva senso riportare la gente in strada ancora una volta per lo stesso tema.
Ci siamo convinti che mai come ora, con il cantiere sospeso dallo scorso luglio, si debba capire che Parma ha già deciso, con o senza il referendum, quale deve essere il futuro per la propria città, per i propri figli.
Oggi vogliamo guardare oltre il forno e cominciare a ragionare e progettare l'alternativa, che è possibile e costa meno, come stanno facendo i cugini reggiani, appena dopo l'Enza.
Anche il tabù dell'impossibilità e del rischio Napoli è tramontato alle spalle degli irriducibili sostenitori di questa pratica obsoleta, ormai considerata fuori tempo dall'Europa.
Invitiamo in questi giorni anche i comitati fuori città a dare la loro adesione alla fiaccolata, perché questa battaglia è un po' quella di tutti i cittadini d'Italia che non vogliono soccombere sotto i fumi e le scorie degli inceneritori.
Come gli amici di Modena, che nel mese di agosto hanno potuto respirare all'aria aperta perché l'inceneritore era spento, e il uso afflato mortifero non opprimeva quartieri e paesi vicini.
Lo si fa per Napoli, che dopo decenni in incuria ha imboccato la strada giusta della raccolta differenziata porta a porta, l'unico strumento che batte coi numeri l'inceneritore affamato.
Lo grideremo forte per Trento, che conduce da anni un digiuno contro i progetti di un nuovo mostro tra le valli alpine.
Vorremmo che il 9 settembre, a due giorni da quel tragico 11 settembre che cambiò la storia, la speranza di una Parma meno inquinata dai fumi e dagli affari nascosti, venisse allo scoperto e diventasse palese, un lampo condiviso e inarrestabile che lasci il segno, una volta per sempre.
In questi lunghi e bui anni di lavoro incessante, per far passare un'informazione che veniva impedita e taciuta, abbiamo avuto sempre davanti il miraggio di un cantiere fermo, di un qualche segnale confortante e positivo nella via di un ripensamento e di una riconversione.
Ora abbiamo anche i numeri dalla nostra parte.
Una grande multinazionale olandese pronta a tendere la mano a Parma per condurla a rifiuti zero, la popolazione della città pronta a fare il grande salto, un'economia che poggia su cibi sani e puliti che potrebbe ribadire al mondo la propria unicità, industrie che a fianco del mostro rischiano immagine e soldi, e che invece potrebbero dare il loro contributo alla strada maestra verso il virtuosismo, che tanti comuni in Italia come Colorno hanno già sposato.
Noi ci aspettiamo questo per il 9 settembre.
Un grande forte inequivoco segnale.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 31 agosto 2011

+61 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+457 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

martedì 30 agosto 2011

Il teleriscaldamento? Funziona a elettricità, parola di Iren

Abbiamo riportato ieri il comunicato stampa degli avvocati parmigiani Arrigo Allegri e Pietro De Angelis, i due mastini che stanno facendo vedere le stelle a Iren, attraverso una puntigliosa analisi del claudicante iter autorizzativo inerente l'inceneritore di Parma.



Nell'attacco di ieri era stato messo in chiara evidenza il rischio che Parma diventi la pattumiera dell'Emilia, andando a raccattare rifiuti da Reggio Emilia (che spegner¢ il forno il prossimo anno) e da Piacenza (che ha un impianto sulla via della pensione).
Inoltre è stato sottolineato come si sia giunti all'abuso edilizio del cantiere oggi sospeso, attraverso un gioco delle parti che ha visto l'inceneritore cambiare fisionomia a seconda della convenienza: pubblico quando era utile per non chiedere il permesso a costruire, privato per saltare a piè pari l'obbligatoria messa a gara di appalto di tutto il progetto.
Nel pomeriggio abbiamo letto la replica di Iren, che come sempre risponde, quando lo fa, saltando i quesiti scomodi e perniciosi, come per esempio il fatto che da 456 giorni neghi il piano economico finanziario non solo a Gcr, ma anche al primo cittadino di Parma, nonché socio stesso della società con il suo risicato 6%.
Oppure Iren non si addentra mai nello spiegare ai cittadini come mai insista a vendere l'inceneritore come strumento insostituibile per alimentare il teleriscaldamento, quando a Reggio Emilia, dove è sempre la stessa Iren a governare l'energia, il prossimo anno spegneranno il forno e il teleriscaldamento andrà avanti lo stesso, senza alcuna difficoltà, nonostante la loro rete sia più estesa di quella di Parma.
Ma nella risposta di Iren di ieri si è aggiunta una nota divertente e surreale che teniamo a sottolineare. Dice infatti Iren nel comunicato: “Il termovalorizzatore di Parma produrrà energia elettrica dallo smaltimento dei rifiuti per alimentare la rete di teleriscaldamento cittadino di proprietà Iren".
Scopriamo così che non verrà utilizzato il calore per alimentare il teleriscaldamento ma l'energia elettrica, non sappiamo bene per farne che cosa, ma il lapsus è davvero esilarante.
Iren possiede la rete di teleriscaldamento cittadina, ponendosi così in una posizione di evidente monopolio in un mercato che invece dovrebbe essere aperto alla libera concorrenza.
I costi altissimi dal servizio di teleriscaldamento sono già evidenti in quelle situazioni in cui il servizio è già attivo e sono stato frutto di segnalazioni all'Antitrust da parte di Piacenza e Reggio Emilia, dove il consigliere Andrea Parente parla di “truffa” vera e propria.
E' emerso infatti che il passaggio a tale modalità di riscaldamento stia comportando esborsi non giustificabili ne accettabili. E' il destino in cui si sta gettando anche la nostra città?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 agosto 2011

+60 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+456 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

lunedì 29 agosto 2011

Referendum abrogativo contro l’inceneritore di Parma ancora al palo.

L'intervento del Comitato No Inceneritore

Ancora una volta siamo di fronte ad una politica che, a parole, dice di voler ascoltare i cittadini, ma nei fatti impedisce loro che si esprimano liberamente.
È il caso della richiesta di Referendum abrogativo sull'inceneritore di Parma, presentata il 4 luglio, ancora oggi in attesa di un parere legale del segretario generale del Comune
La discussione sul referendum non è neppure all’ordine del giorno della conferenza dei capigruppo in programma lunedì 29 agosto, un modo come un altro per portare alle calende greche la consultazione su un tema così importante per il futuro della città.



Alcune persone sostengono il ritardo con cui si è arrivati a richiedere un Referendum.
In realtà già nel 2006 erano state consegnate in Provincia 10.000 firme di cittadini contrari all’inceneritore, ma non sono servite a nulla.
Comune (destra) e Provincia (sinistra) hanno purtroppo portato avanti un agire comune a favore degli interessi di pochi e contro il bene di tutti.
Per il bene comune si dovrebbero differenziare al massimo i rifiuti, riciclare e recuperare tutti i materiali riutilizzabili, ricavandone il giusto profitto anche per le casse Comunali, evitando così anche emissioni nocive in atmosfera.
Questa la teoria. In pratica invece vediamo che ci si ostina a voler mandare avanti la costruzione di un inceneritore sovradimensionato rispetto alle reali necessità del territorio, un impianto che recherà danno alla salute dei cittadini e distruggerà l’economia di un intero territorio, come segnalano gli studi e i convegni organizzati su questo tema.
La libera espressione dell’opinione dei cittadini è molto temuta perché quando è concessa le soprese non mancano.
Come nella recente consultazione referendaria nazionale sui temi dell’acqua e del nucleare.
Anche allora i referendum sono arrivati quando contratti a livello internazionale e privatizzazioni dell’acqua erano di fatto già avvenuti.
Eppure i quesiti sono stati ammessi, e la Corte Costituzionale non ha ravvisato alcun impedimento, né ha chiesto pareri legali per ritardarne l’esecuzione.
Tutti i rappresentanti dei partiti oggi pontificano sull'apertura alla società civile, sull'ascolto delle esigenze e dei problemi della cittadinanza, salvo poi chiudersi a riccio quando le istanze arrivano.
L’impressione che ne deriva per il cittadino comune è che, per la politica, il cittadino sia solo un numero, un voto da orientare con facili frasi ad effetto.
E una volta superato l'ostacolo delle elezioni tutto torni al solito sistema di potere gestito dall'alto.
Per quanto ci sarà possibile continueremo a chiedere che i cittadini possano esprimersi, anche sul tema dell'inceneritore, rigettando questa melina che ha il sapore sempre più intenso del boicottaggio.

Comitato No Inceneritore
Parma, 29 agosto 2011

Stop Inceneritore. Il Comune ha fatto il suo dovere.

Comunicato stampa dei due avvocati parmigiani

Allegri e De Angelis: "Bruceranno qui anche i rifiuti di Reggio e Piacenza?".

Dopo il blocco amministrativo del Termovalorizzatore imposto dal Comune i cittadini di Parma stanno assistendo ad uno scontro politico accesissimo.
Vorremmo ricostruire i fatti in modo chiaro e comprensibile per tutti.
Il 18 luglio 2006 il Comune di Parma firma un accordo con ENIA allo scopo di trasformare la destinazione dell’area prescelta per il Termovalorizzatore (TVC) da agricola ad industriale.



In questo documento fondamentale, all’art. 2 si legge:”Il Comune assume che le suddette opere ( il TVC, n.d.r.) rientrano,per motivazioni esposte ,tra quelle previste dall’art. 7 comma 1 lett.d) della L.R. 25/11/2002 n.31”.
In questo art.7 sono esposti i quattro casi di esenzione dall’obbligo di richiedere il permesso di costruire, e la lettera d) dice: “per le opere pubbliche del Comune”.
Quindi nel luglio 2006 il Comune di Parma considerava il TVC una propria opera pubblica,e come tale, esente dall’obbligo di conseguire il permesso di costruire.
Qualcuno però deve aver fatto notare ai tre soggetti coinvolti (ENIA, Comune e Provincia) che un’opera pubblica deve obbligatoriamente essere assegnata tramite una gara pubblica. Per evitare la gara pubblica ed assegnare direttamente ad ENIA (ora IREN) un’opera di questa importanza, alla fine dell’iter autorizzativo presso la Provincia di Parma, il TVC viene da quest’ultima definita: “un’opera privata di interesse pubblico”.
Con questo “escamotage” non sarebbe quindi più necessaria una gara pubblica perché il TVC non risulta più essere un’opera pubblica del Comune bensì un’opera privata di ENIA (oggi IREN), ma come tale necessita pur sempre di un permesso di costruire.
Che non c’è!
Infatti,conseguite le autorizzazioni ambientali dalla Provincia, ENIA ( REN) apre subito il cantiere e sui cartelloni, su cui vanno obbligatoriamente indicati gli estremi del Permesso di Costruzione, indica lo stesso art.7 della L.R. 25/1172002 n.31 che il Comune aveva citato nell’accordo del luglio 2006 con ENIA, omettendo – forse per pudore.... – la lettera d) “opera pubblica del Comune”.
Questi sono i fatti e speriamo che ora siano chiari a tutti.
Se i dirigenti del Comune hanno applicato e poi rinnovato il blocco amministrativo del Cantiere è perché “responsabilmente” hanno accertato la mancanza del permesso di costruzione e per la legge non avevano alternative.
In poche parole hanno fatto il loro dovere, anche se l’opera (privata) è stata definita di pubblica utilità ed anche se risulta in avanzata fase di realizzazione.
In Italia può oggi suonare strano ma la legge è legge. Inoltre, la mancanza del permesso di costruzione non è solo una irregolarità amministrativa ma anche un reato (abuso edilizio). Sarà quindi compito degli organi giudiziari competenti accertarne la sussistenza e le eventuali responsabilità personali.
Questo però non è l’unico fatto “anomalo” relativo al TVC. Esso infatti ,pur essendo un forno inceneritore, non è classificato come impianto di smaltimento rifiuti ma come impianto di recupero energetico. Tale qualifica viene conseguita grazie all’apporto dell’ energia calorica prodotta dal TVC, in aggiunta a quella elettrica, per il Teleriscaldamento. Ma non è questa l’”anomalia”, bensì il fatto che la Rete del Teleriscaldamento è di proprietà IREN. Parma infatti risulta essere l’unica città dotata di Teleriscaldamento la cui rete non è di proprietà pubblica (del Comune)ma di una società privata (IREN) che la iscrive a Bilancio nei cespiti patrimoniali. In tutte le altre città italiane la Rete di Teleriscaldamento è di proprietà comunale o da questa affidata in concessione per un tempo determinato ad una società privata che poi deve restituirla al patrimonio comunale. Ma non a Parma: qui IREN è piena proprietaria della Rete di Teleriscaldamento e gode pertanto di una privilegiata quanto illegittima situazione di monopolio.
La rassegna delle “anomalie” relative al TVC termina con due fatti che portano ad una ben poco rassicurante previsione. La Provincia ed il Comune di Reggio Emilia hanno recentemente comunicato ufficialmente che spegneranno il loro Forno inceneritore e che utilizzeranno altre metodologie di smaltimento. In precedenza il Comune di Piacenza aveva indetto una gara pubblica (!!) per l’adeguamento del locale Forno inceneritore. Unico offerente ENIA. Facile aggiudicazione quindi,ma stranamente questa ha rinunciato a sottoporre l’offerta, perdendo anche 40.000 euro versati a titolo di cauzione per l’offerta (bid bond). E’ azzardato affermare che anche il Forno di Piacenza, non adeguato alle nuove normative,verrà presto spento? Quando? Provate ad immaginarlo, visto che IREN è il Gestore dei rifiuti di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
E’ pensar male che il TVC di IREN, situato a Parma, brucerà anche i rifiuti di Piacenza e Reggio?
O pensate che le limitazioni imposte dalla Provincia di Parma circa la provenienza e le quantità dei rifiuti, con deroghe già incorporate (punti 7 e 32 dell’autorizzazione provinciale) saranno dei baluardi inespugnabili?
Noi non avremmo dubbi ma forse siamo influenzati dalle troppe “anomalie” di questo progetto...

Pietro De Angelis e Arrigo Allegri

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 agosto 2011

+59 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+455 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

domenica 28 agosto 2011

Profitto o bene comune?

Parma peso piuma in Iren

L'affermazione del circolo dei lavoratori Iren del Pd (Parma non conta nulla in Iren), ci trova in piena sintonia, e d'altronde questo era quello che già scrivemmo oltre un anno fa prima che si compisse la scellerata fusione tra Iride ed Enia.
Un’operazione che è servita per fare cassa, ma ha relegato il comune di Parma in un angolino della stanza dei bottoni, facendo prendere così le decisioni su cosa fare del nostro territorio a Reggio Emilia e a Torino.
Nessuna direzione operativa di settore è stata infatti assegnata da Iren a Parma e la figura del Vice-presidente è puramente rappresentativa.



Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo: Luigi Giuseppe Villani non sta facendo gli interessi di Parma nella vicenda dell'inceneritore, troppo occupato com'è nel gestire il suo ruolo di coordinatore del PDL, oggi poi alle porte di una impegnativa campagna elettorale.
Villani che interviene su tutti gli argomenti della vita politica cittadini tranne uno, quello del forno.
Villani che, come vice-presidente Iren, ha nelle mani la lettera di invito in Olanda di van Gansewinkel, che propone di valutare la proposta di riconversione dell'impianto sospeso di Ugozzolo.
Villani che ha la possibilità di verificare se i costi già sostenuti potranno essere recuperati.
Villani, nostro rappresentante nel consiglio di amministrazione, che latita su tutti ciò riguarda Iren.
I cittadini italiani si sono espressi molto chiaramente su come intendono la gestione dei servizi pubblici e dei beni comuni nei referendum dello scorso giugno.
Purtroppo, a Parma, le decisioni sul futuro del nostro territorio verranno prese seguendo una logica di profitto e di utile da una società che ha azionisti altrove.
Ci sono due differenti e opposti modelli di multi-utility del comparto ambiente: la municipalizzata da un lato e la mega azienda trans-regionale dall'altro
In base a questi modelli le risposte sono differenti e a volte agli antipodi.
Poniamo il caso che i cittadini di Parma diventino molto bravi nella raccolta differenziata e il residuo da bruciare sia pochissimo, insufficiente per il forno.
Se fosse una municipalizzata a decidere, la scelta sarebbe ovvia.
Si bruceranno solo e soltanto i rifiuti da smaltire prodotti dai cittadini del nostro territorio, per minimizzare le emissioni in atmosfera e limitare i danni.
Nel secondo scenario invece, quello della mega holding, un dirigente che prende 500.000 euro all'anno e deve rispondere agli azionisti cosa mai potrà decidere quando per ogni tonnellata di rifiuto bruciato Iren percepisce 160 Euro?
Cosa potrà mai decidere il mega-direttore allo smaltimento dei fanghi quando bruciandoli percepirà enormi introiti grazie ai certificati verdi e attivando invece una loro gestione alternativa a freddo porterebbe menu utili all'azienda?
Cosa potrà mai decidere il semi-milionario dirigente quando scarseggerà il potere calorifico dei rifiuti e nel cortile del Pai tonnellate di plastica riciclata sono a disposizione e bruciano che è una meraviglia?
Chi se ne accorge se la rubiamo al riciclo e la gettiamo nel forno?
Il nocciolo della questione sta proprio qui.
Qual'è la priorità? Il profitto o il bene comune?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 agosto 2011

+58 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+454 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

Democrazia, diritti, passione civile

Dopo l'acqua e l'atomo, l'inceneritore

Nel giugno scorso abbiamo assistito ad un ritorno alla politica da parte di tantissimi italiani, i quali hanno espresso la loro voglia di partecipare, nonostante il solito muro di gomma delle oligarchie.
I partiti volevano gli italiani al mare, ma loro non ci sono andati.
La vittoria dei sì ai referendum, la vittoria in particolare del quorum, non la può rivendicare nessuno al di fuori dei comitati, ed è la dimostrazione pratica del risveglio della società civile, slegata da appartenenze di qualunque genere o schieramento.



Hanno vinto insomma le persone, o meglio i cittadini attivi, che dopo il trauma di non sentirsi rappresentati da alcuno, si sono rimboccati le maniche, non senza sudore, e hanno percorso la strada da soli, opponendosi alla straripante arroganza del potere.
L'arte dell'arrangiarsi, tipicamente italiana, è sfociata questa volta in una brillante performance.
Prova ne sia l'atteggiamento tenuto dalle stesse compagini politiche, che improvvisamente si sono messe alla rincorsa affannosa del treno vincente, già partito da tempo.
Non si sono formati partiti nuovi ne se ne formeranno, ma è parso evidente che dei partiti si può fare senza e questa considerazione dovrebbe allarmare non solo gli organi alti della partitocrazia italiana, ma anche i cespugli sparsi nelle amministrazioni locali.
E' un tintinnante campanello d'allarme.
La risposta dei cittadini è un volano oggi potente per andare oltre e suggellare con altri temi la presa d'atto che i cittadini ci sono e vogliono contare, facendo emergere ancora le emozioni provate in quelle settimane.
Una corale richiesta di dignità, troppo a lungo calpestata dalle forme rappresentative tradizionali, una tensione democratica che ha lasciato tutti spiazzati.
Anche i cittadini informati di Parma hanno capito alcune semplici equazioni.
L'inceneritore era stato presentato fin qui come la macchina delle meraviglie, tanto arrosto, niente fumo, ma è bastato un comitato a smontare del tutto questo assioma, facendo emergere il tanto fumo e scoprendo il magro arrosto.
Ora siamo di fronte a ciò che sarà davvero l'impianto, un'industria insalubre di classe prima, costruita a ridosso dei cittadini per sfruttarne il calore ed avvantaggiare le casse del gestore con il teleriscaldamento e i certificati verdi, un forno che metterà a rischio ambiente e persone, qualità della vita e salute.
I cittadini hanno ascoltato le parole preoccupate di chi se ne intende, e parliamo di oncologi di fama internazionale, che hanno affermato che costruire un inceneritore in zona urbana è un crimine contro l'umanità. Non rimangono dubbi sulla loro insalubrità.
Per il principio di precauzione ci dovremmo fermare qui e non ci sono costi che tengano di fronte alla salute dei concittadini.
Oggi i cittadini hanno una seconda opportunità per affermare il valore fondamentale della salute, ribadito con forza con il referendum sul nucleare, ribadito del resto dalla nostra stessa Costituzione all'articolo 32 come interesse non solo dell'individuo ma della collettività.
Oggi Parma può fare quadrato su questo tema e trovare comunione di intenti fra quei cittadini che hanno capito quali sono i valori messi sul tavolo della trattativa.
Possono farlo, superando individualismi e egoismi che fino ad oggi hanno impedito un collante che porti una minoranza a divenire movimento di opinione importante in questa città.
Specialmente ora che la costruzione del forno è ferma per abuso edilizio, si può approfittare del momento di stallo per guardare oltre.
Sperando che anche i magistrati dedichino un po' del loro prezioso tempo ad analizzare tutte le carte depositate sul tema del Pai, una serie di esposti arrivati da più persone, che meritano attenzione.
Prevalga il diritto alla salute di tutti sull'avidità di pochi.
Sia fatta piena luce.
Ci vuole un sì al referendum, nonostante il coraggio scarseggi fra i nostri amministratori e la melina ancora stia prevalendo. Un pessimo segnale di quella chiusura che sta portando al collasso una nazione intera.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 27 agosto 2011

+57 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+453 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.